1. Primi
passi
...
... ...
1.3
Piccoli
richiami di matematica
°
Conterò
poco, è vero:
- diceva l’Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
E’ questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.
(Trilussa. Nummeri)
°
TEORIA
DEGLI INSIEMI
La teoria
degli insiemi è fondamento dell’intera costruzione matematica.
Un insieme è praticamente un gruppo di elementi, concreti o
astratti. Esso è rappresentato in
forma simbolica con una lettera maiuscola, mentre per gli elementi si
usano le lettere minuscole. Per la rappresentazione grafica si usa il diagramma
di Venn, area ellittica che ha al suo interno punti che
rappresentano gli elementi dell’insieme.
L’appartenenza di un elemento p ad un insieme
A è rappresentata
simbolicamente con p Î A
, mentre la sua non appartenenza è rappresentata con
p
Ï
A . Quando tutti gli
elementi di un insieme B fanno parte anche di un insieme più vasto
A, si
dice che B è sottoinsieme
di A; le rappresentazioni simboliche
B
Í
A e A Ê B significano rispettivamente che B è sottoinsieme di
A e che
A contiene B. Un insieme privo di elementi (come quello ‘formato’ dai
multipli dispari di 2, che non esistono) è detto insieme
vuoto, rappresentato dal simbolo
Æ
. Un insieme ordinato è quello
in cui gli elementi possono essere disposti come “in fila”, per
l’esistenza di caratteristiche che mettono in una specifica relazione i
suoi singoli elementi.
Quando due insiemi A e
B hanno almeno un elemento in comune, si ha l’unione
di A e
B, che è data da tutti i loro elementi (contati una sola volta) ed
è rappresentata con A È B;
gli elementi comuni ai due insiemi uniti costituiscono invece l’intersezione
di A e
B, rappresentata con A Ç B
. Due insiemi che non abbiano nessun elemento in comune sono detti disgiunti.
Si chiama coppia
ordinata un insieme formato da due elementi x e
y, in cui è
fissato quale è il primo e quale il secondo elemento; essa è
rappresentata con (x,y)
oppure con (y,x)
che sono coppie tra loro diverse poiché l’ordine è influente. Si
chiama prodotto
cartesiano degli insiemi A e
B l’insieme di tutte le coppie
ordinate (a,b) per
aÎA
e bÎB;
esso è rappresentato con A×B
.
°
INSIEMI
NUMERICI
Un
insieme i cui elementi siano formati da numeri è detto insieme
numerico.
Sono noti differenti insiemi numerici, precisamente l’insieme dei numeri
naturali (indicato con N),
quello dei numeri razionali assoluti
(Qa),
quello dei numeri razionali (Q),
quello dei numeri reali (R)
e quello dei numeri complessi (C),
legati tutti fra loro dalla relazione N
Í
Qa
Í
Q
Í
R
Í
C .
I numeri dei vari insiemi si prestano ad operazioni di confronto e ad operazioni generatrici di altri numeri
(le quattro operazioni fondamentali
di addizione, moltiplicazione, sottrazione e divisione; l’elevamento a
potenza e l’estrazione di radice; il calcolo degli esponenziali e quello
dei logaritmi), ciascuna delle quali è dotata di specifiche proprietà; un insieme
numerico è detto chiuso rispetto a un’operazione quando il risultato di questa
è ancora un elemento dell’insieme.
I numeri naturali sono derivati da conteggi e sono quindi
discreti (e ‘positivi’, v.dopo); il loro insieme (N)
è chiuso solo rispetto ad addizione e moltiplicazione. Le operazioni che
li riguardano sono: le operazioni di confronto, per cui un numero, rispetto a un altro, può essere uguale
[a=b], diverso [a¹b],
maggiore [a>b] o minore
[a<b]; l’addizione [a+b+c+...], dotata delle proprietà: commutativa
[a+b=b+a], associativa
[a+b+c=a+d
se d=b+c], di esistenza
dell’elemento neutro [a+0=a]; la moltiplicazione
[a×b×c],
dotata delle proprietà: commutativa
[a×b=b×a],
associativa [a×b×c=a×d
se d=b×c],
di esistenza
dell’elemento neutro [a×1=a],
di annullamento del prodotto [a×0=0],
distributiva [(a×n)+(b×n)=(a+b)×n];
la sottrazione [a-b], dotata
della proprietà invariantiva
[(a+n)-(b+n)=(a-n)-(b-n)=a-b]; la divisione
[a/b oppure
a:b], dotata della proprietà invariantiva
[(a×n)/(b×n)=(a/n)/(b/n)=a/b,
se n¹0
poiché se il divisore è nullo la divisione non ha significato]; l’elevamento
a potenza [an=b] che equivale al prodotto della base
a
per se stessa tante volte quante indicate dall’esponente
n
e che ha le sue specifiche caratteristiche [1n =1;
a1 =1
e a0 =1
se a¹0]
e proprietà [an×am
=an+m ;
an/am=an-m
; an×bn
=(ab)n ;
an/bn =(a/b)n
;
(an)m =anm]; l’estrazione
di radice [nÖa=b,
con n omessa se uguale a 2], operazione inversa all’elevamento a
potenza, che ha le sue specifiche caratteristiche [nÖ0=0]
e proprietà [(nÖa)m
= nÖam;
nÖam
= npÖamp=
n/pÖam/p;
nÖa×nÖb=nÖab;
nÖa/nÖb=nÖ(a/b);
a×nÖb=
nÖ(anb);
nÖap
=aq (nÖar)
se p:n=q con resto
r;
mÖ(nÖa)=mnÖa].
Per i numeri naturali esistono differenti sistemi di numerazione, cioè di
rappresentazione in forma scritta: il più comune è il sistema decimale (o notazione
decimale), o sistema in base 10,
nel quale i numeri sono formati da una combinazione delle cifre arabe (da 0 a 9), la
cui posizione nel numero definisce una quantità data da una elevazione a
potenza in cui 10 rappresenta la base e la cifra l’esponente.
Graficamente si utilizza la rappresentazione cartesiana, in cui i numeri sono punti
equidistanti su una semiretta avente 0 come origine.
I
numeri razionali assoluti sono derivati da rapporti fra
numeri naturali (come avviene nelle misure e nel calcolo delle probabilità),
cioè da frazioni, raggruppate
in classi di frazioni equivalenti
(quelle nelle quali la divisione produce lo stesso valore). Il valore
della divisione è quindi dato da numeri
decimali (con una parte
intera, che precede, ed una mantissa,
che segue la virgola, o il punto anglosassone, di separazione): essi sono
discreti (‘positivi’, v.dopo), periodici (o finiti). Il più piccolo
numero razionale assoluto è lo 0. Il loro insieme [Qa]
è chiuso rispetto a tutte e quattro le operazioni fondamentali,
sottrazione esclusa.
I numeri razionali sono derivati dalla necessità di
esprimere valori al di sotto di 0 e sono quindi rappresentati da numeri
razionali assoluti preceduti da segno
[“+”, spesso omesso, per i positivi
e “-” per i negativi]
(praticamente il loro insieme Q
è il prodotto cartesiano dell’insieme dei segni e di Qa),
con la sola eccezione di 0 che non è né positivo né negativo e non ha
segno. E’ detto quindi valore assoluto il numero
razionale privato del segno [rappresentato come | a | ]. Le operazioni,
che sono quelle già citate, sono integrate dalla proprietà dell’inverso rispetto alla somma [per cui si hanno numeri
razionali opposti
+a e -a, con lo stesso valore assoluto ma segno diverso, la cui somma dà
0, cioè +a-a=0] e la proprietà dell’inverso
rispetto al prodotto [ogni numero razionale ha un reciproco 1/a, dato dal
rapporto dell’unità con il numero razionale, per cui il suo prodotto
con quest’ultimo dà 1, cioè a×(1/a)=1].
Circa l’elevamento a potenza, in presenza di numeri razionali negativi,
vanno ricordate alcune peculiari caratteristiche [ (+a)n =
(-a)n
= +b se n
è pari, mentre
(+a)n = +b e
(-a)n =
-b
se n è dispari;
a-n =(1/a)n =1/an];
analogamente per quel che riguarda l’estrazione di radice in presenza di
numeri razionali negativi [nÖ-a=
±b
con n pari, mentre
nÖ-a=
-b
con n dispari;
am/n = nÖam
mentre a-m/n = nÖ(1/am),
entrambe possibili solo con a positivo]. Una forma di notazione dei numeri
razionali è la notazione
scientifica, utile quando ci sono molti zero nel numero: essa consiste
nel rappresentare il numero con un numero privato degli zero e
moltiplicato per una potenza di 10 [es.: 20000 come 2 x 104,
0.056 come 5.6 x 10-2]. Sono dette cifre
significative tutte le cifre di un numero esclusi gli zero necessari
per identificare la posizione della virgola decimale; mentre i numeri
frutto di conteggi sono naturalmente esatti, quelli frutto di misurazioni
devono contenere tutte le cifre certe più un’ultima incerta; nei
calcoli, il risultato finale deve avere un numero di cifre significative
non superiore a quello del numero che entra nei calcoli e che ne ha di meno
(per addizione e sottrazione ciò riguarda le sole cifre significative
dopo la virgola). La rappresentazione grafica è basata sull’uso di una
retta cartesiana che contiene al suo interno un punto 0, a sinistra del
quale sono i numeri negativi (tutti minori di 0 e decrescenti al crescere
del loro valore assoluto), a destra i positivi (tutti maggiori di 0 e
crescenti al crescere del loro valore assoluto). L’insieme Q
è chiuso rispetto a tutte e quattro le operazioni fondamentali.
I numeri reali sono derivati dall’osservazione che
accanto a numeri decimali periodici (o finiti) esistono numeri decimali
non periodici, detti numeri irrazionali (per es., il valore di p
o radici quadrate di numeri razionali positivi). La sequenza di tali
numeri non è più discreta ma continua, per cui si possono individuare
delle classi contigue (formate
da approssimazioni dei numeri
sempre più precise in relazione alla ‘lunghezza’ della mantissa) e,
conseguentemente degli intervalli,
limitati o illimitati, aperti
o chiusi (a destra e/o a sinistra). Un esponenziale è un
elevamento a potenza con esponente reale, comprendente quindi anche
l’esponente irrazionale [es.: 2Ö2];
per esso valgono le proprietà degli elevamenti a potenza. Logaritmo
è l’operazione inversa all’esponenziale, per cui, se ax=b,
x=logab, cioè in altri termini il logaritmo di un numero
b
(che viene detto argomento del
logaritmo) è l’esponente x che bisogna dare alla base
a per
ottenere quel numero; in tal senso, inoltre, il numero b è anche l’antilogaritmo
dell’esponente. Quindi loga1=0 e
logaa=1, mentre
non esistono i logaritmi di numeri negativi né di 0, né logaritmi a base
0 o 1 o negativa. I logaritmi, di cui esistono vari sistemi in relazione
alla base [tra cui i logaritmi naturali
o neperiani, aventi per base il
numero irrazionale e=2.71828.. e indicati con
ln, e i logaritmi decimali,
in base 10 spesso indicati con
log], hanno specifiche proprietà:
loga(bc)=logab+logac;
loga(b/c)=logab-logac da cui
loga(1/b)= -logab=cologab (cologaritmo,
cioè logaritmo del reciproco di un numero reale); logabc =
c×logab;
loganÖb=
(1/n)logab; logcb= logab/logac
(cambio di base). Per il calcolo dei logaritmi e degli antilogaritmi
esistono opportune tabelle, oltre ovviamente a funzioni specifiche
presenti in strumenti di calcolo e software.
I numeri complessi sono derivati dalla necessità di
risolvere problemi molto particolari come l’effettuazione della radice
quadrata di numeri negativi, impossibili negli insiemi prima citati. In
essi si fa ricorso alla cosiddetta unità
immaginaria, indicata con i
e rappresentante quei ‘valori’ il cui quadrato è fatto per
definizione uguale a -1 (per cui, per es., la radice quadrata di -4
diventa ±2i
). I numeri complessi hanno dunque una parte reale e una parte immaginaria
(che è 0i per i numeri reali considerati come sottoinsieme dei numeri
complessi).
°
RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA E GEOMETRICA
L’uso
di una rappresentazione
in forma simbolica è reso necessario dalla necessità di generalizzare
descrizione e analisi di casi che coinvolgono numeri.
Le discipline scientifiche fanno ricorso a una gran quantità di lettere e
simboli, dal significato non sempre univoco (talora anche
all’interno di una stessa disciplina).
Ai nostri fini ricordiamo brevemente:
Þ
i
simboli per la rappresentazione degli insiemi: appartenenza ‘Î’,
non appartenenza ‘Ï’
, sottoinsieme dal punto di vista del contenuto ‘Í’
e del contenente ‘Ê’,
insieme vuoto ‘Æ’, unione ‘È’,
intersezione ‘Ç’,
coppia ordinata ‘(x,y)’,
prodotto cartesiano ‘A x B’
Þ
i
simboli letterali per gli insiemi dei numeri naturali ‘N’, razionali assoluti ‘Qa’
, razionali ‘Q’,
reali ‘R’,
complessi ‘C’
Þ
le
cifre arabe ‘0’, ‘1’, ‘2’, ‘3’, ‘4’ , ‘5’,
‘6’, ‘7’, ‘8’, ‘9’ completate dal simbolo di infinito ‘¥‘ , e le cifre romane ‘I’, ‘V’,
‘X’, ‘L’, ‘C’, ‘M’
Þ
i
separatori di decimale virgola ‘,’ e punto ‘.’
Þ
i
simboli per i segni ‘+’ e
‘–’ e per il valore assoluto ‘
|
| ’
Þ
i
simboli per i confronti ‘uguale a’ ‘=’, ‘diverso da’ ‘¹’,
‘minore di’ ‘<’, ‘uguale o minore di’ ‘£’,
‘maggiore di’ ‘>’, ‘uguale o maggiore di’ ‘³’
Þ
i
simboli per le operazioni di addizione ‘+’, sottrazione ‘-’,
moltiplicazione ‘´’, ‘*’,
‘ × ’ , divisione ‘/’, ‘:’, ‘¸’, il simbolo combinato di intervallo ‘più-meno’
‘±’
Þ
i
simboli per l’estrazione di radice ‘ nÖ
’ , i logaritmi ‘log’ ed i logaritimi naturali ‘ln’, gli
antilogaritmi ‘antilog’, il fattoriale ‘ ! ’
Þ
le
parentesi (per le priorità delle operazioni o di racchiudimento valori)
‘{ }’,
‘[ ] ’, ‘( )’
Þ
il
‘per cento’ ‘%’ e il ‘per mille’
‘‰’
Þ
le
lettere greche (di solito usate per valori teorici) ‘a’
(errore del primo tipo), ‘b’ (errore del secondo tipo), ‘c’ (per la statistica chi-quadro), ‘d’ (differenza), ‘e’ (errore), ‘m’
(media di popolazione), ‘s’ (deviazione standard di popolazione), ‘p’ (pigreco, proporzione), ‘q’ (stimatore), ‘S’ (sommatoria), ‘Õ’ (produttoria) e poi ‘g’ ‘h’
‘n’ ‘f’
‘l’ ‘r’
Þ
l’indicatore
di funzione ‘F( )’ o ‘f( )’
Þ
l’indicatore
di legge di distribuzione normale ‘N( , )’
Þ
le
lettere che rappresentano mutabili generali ‘A’ , ‘B’, ecc. e
particolari ‘a’, ‘b’, ecc., e variabili generali ‘X’, ‘Y’,
ecc. e particolari ‘x’, ‘y’, ecc.
Þ
i
simboli di frequenza ‘f’', numerosità di valori ‘n’, ‘N’,
numerosità di modalità di carattere ‘k’
Þ
gli
indicatori di posizionamento in una serie o in una matrice ‘i’,
‘j’
Þ
e
numerosi altri simboli e lettere.
Circa
le rappresentazioni grafiche ricordiamo l’importanza della semiretta
cartesiana (0 all’origine), della retta
cartesiana (con lo 0 in mezzo e i valori negativi a sinistra, i
positivi a destra), il piano
cartesiano (con l’asse delle
ordinate verticale e l’asse
delle ascisse orizzontale, che consentono la suddivisione in quadranti,
denominati dal I al IV in senso antiorario e contenenti i punti
individuati dalle coordinate).
°
FUNZIONI
Si
chiama funzione
da A in B quella relazione tra due insiemi A e
B che ad ogni
elemento xÎA
fa corrispondere un elemento yÎB;
la relazione è rappresentata dall’espressione y=f(x). In tale ambito
x
è detta, oltre che argomento
della funzione, variabile
indipendente, potendo i suoi valori variare a piacere all’interno di
A, e
y variabile dipendente, nel senso che i suoi valori restano
univocamente determinati dalla funzione f e dal valore di
x scelti.
L’insieme in cui è contenuta la variabile indipendente è detto dominio della funzione f. Ogni funzione può essere pensata come una
sequenza di coppie di valori, ciascuna delle quali è elemento del
prodotto cartesiano AxB.
Le funzioni sono ben rappresentate sotto forma di grafici
su un piano cartesiano, con la variabile indipendente posta sull’asse
orizzontale (delle ascisse) e
quella dipendente sull’asse verticale (delle ordinate).
Quando A e
B sono
sottoinsiemi dell’insieme R
dei numeri reali, le funzioni che li riguardano sono dette funzioni
reali, dette ulteriormente funzioni
analitiche quando esse sono esprimibili mediante formule di calcolo
contenenti le operazioni da eseguire su x per ottenere
y.
Le funzioni
analitiche sono a loro volta suddivise in funzioni
algebriche, quando il valore f(x) si ottiene, a partire da
x, con
un numero finito di operazioni algebriche (addizioni, sottrazioni,
moltiplicazioni, divisioni, elevamenti a potenza con esponente intero ed
estrazione di radici n-esime) e in funzioni
trascendenti (tra cui le esponenziali e le logaritmiche).
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Primi
passi nel ragionamento statistico
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