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MICRO·CORSO di STATISTICA
percorso standard

Giovanni Garasto corso

percorso standard

1.  Primi passi
          ... ... ...
          1.2 mISURE E CONTEGGI

 ° Il primo ambito d'impiego dello strumento statistico, il più semplice e basilare, è quello di dare all'osservazione di elementi di un insieme ben individuato una sistematicità tale da renderlo poi sintetizzabile in rappresentazioni efficaci ed utili; ovviamente, focalizzando l'attenzione su una o più caratteristiche comuni a tutti gli elementi. Avendo, per esempio, a che fare con un gruppo di persone, si vorranno considerare caratteristiche (dette anche caratteri), quali il colore dei capelli, il grado d'intelligenza, la temperatura corporea, il peso o altre ancora, con l'intendimento di giungere ad una descrizione del gruppo, che semplifichi, distorcendola il meno possibile, la comunicazione con altri osservatori interessati allo stesso tipo di osservazione. Il primo problema per l'osservatore sarà quindi quello di identificare la o le caratteristiche d'interesse, valutandone in ogni soggetto la presenza ed eventualmente l'entità. Il primo problema è cioè quello della misura.

° “Misurare significa attribuire taluni numeri alle cose, attribuendoli secondo regole esplicite e convenzionali” (Stevens, 1951), meglio ancora “misurare una grandezza significa esprimere quante volte una certa ‘unità di misura prestabilita’ è contenuta nella grandezza da valutare” [Siegel-Castellan]. Purtroppo le ambiguità e le discordie tra osservatori nascono nel campo della definizione di un concetto di unità di misura valido per tutte le caratteristiche degli oggetti. Infatti, accanto a casi in cui il confronto tra oggetti della stessa specie consente di pervenire a una esatta quantificazione delle ‘differenze’ tra loro (es.: peso), ci sono casi in cui ci si deve limitare a una semplice rilevazione dell’esistenza di tali differenze accettando non di rado ambiguità di classificazione (es.: tipo di colore dei capelli).

 ° In sostanza si può dire che, se per insieme si intende un aggregato di oggetti di natura qualsiasi, concreti o astratti (detti elementi dell’insieme), nell’ambito delle misurazioni la questione cruciale è quella delle relazioni che si vengono a stabilire tra un insieme di osservazioni (insieme empirico) e un insieme numerico. La scala di misura, sostanza di tali relazioni reciproche, deve tener conto della diversità delle relazioni ‘interne’ fra gli elementi di ciascuno dei due insiemi: da ciò l’esistenza di differenti scale di ‘misura’, per ciascuna delle quali le relazioni tra i numeri, che rappresentano osservazioni diverse, sono diverse. Ciò significa che, data una caratteristica degli oggetti in esame, il ‘valore’ di essa (e quindi la corrispondente scala di misura, e quindi il tipo di operazioni ed elaborazioni possibili) dipenderà dalla sua natura, che può andare dal qualitativo puro (nel qual caso la misura consiste nella dichiarazione della natura del carattere in ogni oggetto) all’esattamente quantizzabile passando per l’ordinabile (il valore riguarda la quantità/livello della caratteristica, rilevabile in modo più o meno approssimato): sarà sempre possibile esprimere tale valore con un numero purché si sia consapevoli che, per esempio, nel caso di caratteri qualitativi i numeri hanno un semplice senso identificativo.

° Riprendiamo l'esempio sopra citato. Di ciascun soggetto del gruppo di persone in osservazione viene rilevato il peso: la scala è quantitativa indicando in ciascun soggetto l'entità del carattere 'peso'. Rilevando con opportuno test psicometrico il Q.I. di ogni soggetto si avrà una serie di valori più vicini all'ordinabile che al quantitativo puro; rilevando il colore dei capelli si avrà invece una serie di 'valori' costituiti dalla semplice descrizione del colore senza riferimento all'entità di quel carattere (in quest'ultimo caso nulla vieta d'indicare con un numero ciascuna delle modalità del carattere, per es. 1 per nero, 2 per castano, 3 per biondo, ecc. rappresentando però ciascun numero null'altro che una specifica qualità). Per tutti e tre i casi oggi si tende a parlare di 'misura' e di 'valori', affidando a tali termini un signifcato più lato rispetto a quello corrente. 

vedi figura MC1

 ° Non va dimenticato che, nel parlare di effettuazione di misure, è ormai dato per scontato che ad esse si associa sempre una certa ‘quantità’ di errore. Tralasciando gli errori grossolani, che si verificano per cause impreviste di una certa entità su una singola misura e che, se identificati, impongono di scartare la misura che ne è affetta, gli errori che affliggono serie di misure ripetute sono gli errori casuali (random), ineliminabili, che, producendo scarti in più o in meno, in genere di piccola entità, e rendendo di conseguenza le misure ‘imprecise’, sono la causa prima della variabilità o dispersione dei risultati, e gli errori sistematici, che determinano scarti in blocco o ‘derive’ di una serie di dati, producendo invece ‘inaccuratezza’.

 ° Misurare è cosa diversa dal contare: il risultato di una misura, intesa nel senso di cui sopra, è il valore assunto dalla caratteristica (carattere) 'misurata' in ogni oggetto (unità statistica); il risultato di un conteggio è invece la numerosità (frequenza) degli oggetti dotati di un certo ‘valore’ della caratteristica. In termini statistici, dato un insieme (popolazione oppure campione) di unità aventi un certo carattere, si osserverà che quest’ultimo, in ogni unità, assume un certo modo di essere (modalità del carattere), definibile, sotto il profilo della misura, in termini quali-quantitativi: ad esso carattere si fa quindi corrispondere una entità matematico-statistica, rappresentabile simbolicamente, detta variabile (mutabile se riferita a carattere qualitativo), il cui ‘valore’, per l’appunto, varia/muta in ogni unità. Contando tutte le unità portatrici di ogni singola modalità e inserendole quindi in classi di appartenenza opportunamente individuate (classificazione per modalità singole o accorpate) si perviene all’individuazione di una distribuzione di frequenze, che costituisce così la rappresentazione unitaria generale dell’insieme statistico, analizzato secondo uno o più caratteri; tale rappresentazione, uni- o multi-variata, è in genere bene esprimibile in forma tabellare (tabulazioni di frequenza con uno o più criteri di classificazione) e grafica (rappresentazioni grafiche uni- o multidimensionali). La costruzione di tabelle e grafici congrui ed efficaci costituisce il secondo problema che l'osservatore deve affrontare.

vedi figura MC2

 

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estensore del corso e webmaster
giovanni f. garasto
docente presso la scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva della
università di ferrara

(esercitazioni di statistica)
e-mail: grg@unife.it